23 Settembre 2022
Forse non ci si aspetterebbe di trovare la resistenza al fuoco tra le caratteristiche di una casa in legno, eppure è così. In questo articolo vediamo come si comportano le case in legno di fronte al fuoco, anche in contrasto con le tradizionali case in muratura, e capiamo come le case in bioedilizia permettano di stare tranquilli anche sotto questo aspetto.
Quella del fuoco è una delle paure più grandi che si possano avere quando si parla della propria abitazione, un luogo in cui vorremmo sentirci sempre protetti e al sicuro. L’incendio o l’incidente domestico è un fattore che dobbiamo considerare al momento di acquistare o costruire una casa. Molti diffidano delle case in legno proprio per questo motivo. Nonostante gli innumerevoli vantaggi delle case in legno, la percezione potrebbe essere che siano poco resistenti al fuoco vista la naturale proprietà di combustione del legno. Se dovessimo scegliere una casa sulla base della sua capacità di resistere al fuoco, d’istinto molti opterebbero per il cemento o l’acciaio. Questi materiali vengono solitamente considerati più resistenti rispetto al legno.
Eppure, in un articolo precedente abbiamo visto come le case prefabbricate in legno sono molto resistenti ai terremoti, in un certo senso anche più di una tradizionale casa in muratura; possiamo dire lo stesso anche quando si parla di resistenza al fuoco. A riguardo sono stati svolti innumerevoli test. Grazie ad essi possiamo oggi affermare che le nostre case in legno sono in grado di resistere bene al fuoco, all’incendio e a temperature molto elevate.
Vediamo come.
Il legno è sicuramente un materiale combustibile, ma questo non deve costituire un pregiudizio nei confronti della resistenza al fuoco di una casa prefabbricata in legno. Anzi: paradossalmente, la combustione permette alle case in legno di resistere meglio agli incendi. Certamente una volta spento l’incendio risulta malandata e “fumante”, ma di sicuro non rappresenta un pericolo imminente per i suoi abitanti e per l’ambiente circostante.
Il legno brucia, è vero: non potremmo mai affermare che il legno sia ignifugo. Ciò che però conferisce a questo materiale una migliore reazione al fuoco è il cosiddetto fenomeno della “carbonatazione”. Di che cosa si tratta?
Quando il fuoco incontra le pareti delle case prefabbricate in legno, esse, sottoposte a temperature molto elevate, bruciano solo superficialmente. Caratterizzato da una bassa conducibilità termica, questo strato carbonizzato in superficie costituisce una sorta di protezione dall’ossigeno, quindi dal fuoco, dell’anima interna della parete stessa, rallentandone di molto la capacità di combustione.
In altre parole, il legno brucia per strati, con un cosiddetto “effetto a cipolla” secondo cui lo strato più superficiale impiega tanto tempo a carbonizzarsi, proteggendo quindi gli stati di volta in volta più interni. Il processo è talmente lento che la velocità di carbonizzazione del legno è pari a soli 0,7 mm al minuto. Ciò garantisce una stabilità più duratura. La casa resiste per ore prima di cedere, consentendo di avere tempo per l’evacuazione e permettendo uno spegnimento efficace grazie all’intervento dei soccorsi.
Bisogna considerare anche che il legno è sì infiammabile, ma è un materiale che mantiene inalterata la sua struttura molecolare. Esso non si fonde e non si deforma, né cede senza alcun preavviso. Questo permette che siano sempre disponibili delle vie di fuga utili ad abbandonare l’edificio in fiamme.
In poche parole, proprio grazie alla sua facile carbonizzazione, il legno delle case prefabbricate è in grado di mantenere le sue proprietà portanti più a lungo rispetto ai materiali con cui vengono tradizionalmente costruite le abitazioni.
Infine, sono da considerare altri due importanti vantaggi della bassa conducibilità termica del legno:
Una volta estinto l’incendio, la casa in legno resta “in piedi” e del tutto sicura da un punto di vista strutturale. È necessario sostituire le parti superficiali, così come l’intonaco e il cappotto esterno (approfondimento: quale Cappotto Termico nella Bioedilizia?), e la casa torna a essere agibile in poco tempo.
Ciò di cui abbiamo parlato fino a ora è vero a livello teorico, se si conoscono le proprietà fisiche del legno. Ma è vero anche sulla base di esperimenti pratici che hanno lo scopo di valutare fattivamente la resistenza al fuoco da parte delle case in legno.
Numerosi test hanno dimostrato ciò che sappiamo in teoria. In particolare, in un test eseguito nell’Istituto Europeo sul Legno a Vienna le pareti di una casa prefabbricata in legno sono state a contatto con il fuoco per oltre due ore, e la temperatura all’interno della casa ha superato i 1000°C. Ciononostante, la struttura in legno ha resistito proprio grazie alla bassa conducibilità termica dello strato superficiale che subito si è carbonizzato. La temperatura del legno si è abbassata moltissimo. Ciò permette un eventuale intervento da parte dei vigili del fuoco senza il minimo rischio.
Tutto questo dimostra come le case in legno della bioedilizia siano in grado di garantire prestazioni elevatissime riguardo a stabilità e sicurezza, non solo di fronte a un terremoto ma anche nella malaugurata ipotesi di incendio.
Per una maggiore completezza, è necessario capire brevemente come si comportano di fronte al fuoco le abitazioni costruite con materiali più tradizionali.
Anche se classificato come materiale da costruzione non infiammabile, l’acciaio possiede un’elevata conducibilità al calore (60 W/mk). Questo fa sì che, in caso di incendio, inizia deformarsi già a una temperatura di 200°, con gravi conseguenze per la casa di cui costituisce l’armatura. L’acciaio raggiunge poi la sua temperatura critica (500°) in circa 5 minuti: una temperatura alla quale si dilata rapidamente di circa 6mm al metro.
In pochi minuti una costruzione in acciaio non sopporta più la pressione e collassa su sé stessa. Tale cedimento può avvenire anche all’improvviso, al contrario del legno che, invece, di fronte al fuoco presenta un comportamento più prevedibile. Per questo motivo l’acciaio ha una classificazione di reazione al fuoco pari a 0 su 5, contro quella del legno e dei suoi derivati che invece arriva a 3 o 4 su 5.
Il cemento è un materiale da costruzione non infiammabile con una capacità conduttiva al calore piuttosto bassa (2,1 W/mk). Di per sé, quindi, non costituisce un problema di reazione al fuoco. Il fatto è che molte abitazioni di oggi sono costruite con componenti in cemento armato o calcestruzzo precompresso, che hanno l’acciaio al loro interno. Avendo appena visto quanto può essere pericoloso l’acciaio in caso di incendio, se ne deduce che anche nel caso del cemento rinforzato i problemi sono simili.
La conclusione? Soprattutto se non opportunatamente trattati e protetti, acciaio e cemento sono materiali che non bruciano, ma ad alte temperature si deformano perdendo abbastanza rapidamente la loro stabilità e le loro caratteristiche meccaniche. Sono materiali che mettono a repentaglio la struttura dell’edificio e la sicurezza dei suoi abitanti.
Siamo chiari: quando scoppia un incendio, purtroppo nessun tipo di abitazione al mondo può dirsi davvero stabile e sicura al 100%. Ma scegliendo una casa prefabbricata in legno, si ha almeno la certezza di vivere in una struttura più sicura, permettendo l’evacuazione con relativa sicurezza.
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